“ Campagne intorno a Palermo… ,copiose di belli e vaghigiardini,pieni con molto ordine di cedri, limoni, aranci, ed altri frutti gentili.” ( Leandro Alberti)
Per Conca D’Oro si intende l’ampia pianura attorno Palermo che si estende dalla Piana dei Colli sino ai piedi di M.Grifone per inglobare poi un’altra zona pianeggiante che va da Villabate, passando per Bagheria fino ad Altavilla Milicia. Fertile pianura di circa 100 Km quadrati, attraversata da vari fiumi e ricca di falde acquifere freatiche fino a qualche decennio fa era rigogliosa di colture, in special modo di limoni da cui deriva il toponimo che richiama la colorazione di questi agrumi giunti a maturazione. Oggi la percentuale di terreni coltivati si è ridotta drasticamente a causa della crisi del settore agrumicolo. Ma, nonostante tutto, la Conca D’Oro conserva in sé un immenso patrimonio di manufatti e monumenti frutto dell‘ingegnosità e creatività,nonché del duro lavoro degli uomini che, nel corso dei secoli, si sono spesi per rendere questo luogo un vero incanto, un piccolo paradiso decantato da illustri scrittori e viaggiatori. Questo territorio è stato abitato fin dalla preistoria come è anche attestato da vari studi archeologici che ci parlano di una facies ( per appunto detta della Conca d’Oro) riscontrabile nei prodotti fittili della prima metà dell’Età del Bronzo.
I Progressi in campo agricolo dopo la conquista araba
Per uno sviluppo dell’agricoltura senza precedenti in questa zona, si dovrà attendere la dominazione araba. Dopo la Conquista di Palermo nel 831, i Musulmani diffusero la coltivazione di nuove piante che,qui, si acclimatarono bene e diedero buone produzioni. Si tratta di colture importati per l’alimentazione ma, anche, per le attività economiche. Introdussero anche piante che, per secoli, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’economia isolana. Basti pensare alla coltivazione della canna da zucchero, del sommacco, del papiro, di piante tessili (cotone, lino, canapa,) che tanto lavoro hanno dato alla popolazione, ma anche ricchezza , benessere e progresso all’intera isola. Il successo dell’economia agricola sotto gli arabi fu dovuto oltre al frazionamento del territorio agricolo in tante piccole proprietà con un regime fiscale non particolarmente vessatorio ma, soprattutto, alla creazione di un adeguato sistema di captazione, raccolta, sollevamento e distribuzione dell’acqua sia per uso irriguo che per il fabbisogno civile. Lungo i fiumi più importanti furono impiantati molti mulini che venivano utilizzati per la molitura dei cereali, per la frantumazione della canna da zucchero ma anche per la follatura delle fibre tessili. Per il sollevamento delle acque più superficiali a quote più alte venne utilizzata una tecnologia di origine persiana. Dai fiumi e da pozzi poco profondi l’acqua veniva sollevata con le norie (o senie) a tazza costituite da due pulegge (una inferiore e una superiore) sulle quali girava una lunga cinghia portante; il movimento in discesa e salita delle tazze era continuo in modo da attingerla dal fondo del pozzo e svuotarla in superficie. Da qui mediante piccoli canali in muratura veniva distribuita nei campi.
Dalle norie a traino ai castelletti
Oggi la Conca D’Oro è molto cambiata dal tempo dei musulmani ma l’acqua continua ad essere attinta dai pozzi o derivata dai fiumi per mezzo di norie i cui ingranaggi non sono più in legno. Infatti, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, gli ingranaggi vennero realizzati prima in ferro e poi in ghisa finché non ebbe notevole diffusione la noria tipo Gatteaux prodotta dalla fonderia Orotea di Palermo. Così come non venne più impiegata la forza animale (asini, muli) per la trazione, ma furono utilizzate pompe idrauliche azionate prima da macchine a vapore e poi da motori elettrici. Le “ macchine d’acqua” come vengono definite localmente consentono di sollevare maggior quantità d’acqua a quote più alte e da falde più profonde e in questo modo si possono irrigare molti più terreni. L’acqua sollevata viene pompata sulle cime delle cosiddette “torri d’acqua” acquistando così un livello piezometrico elevato. Una volta che l’acqua viene estratta in superficie, viene accumulata nella gebbia. Pervenuta nell’appezzamento da irrigare l’acqua viene somministrata alle piante con un sistema che si può definire misto tra quello per sommersione e quello per infiltrazione laterale da solchi. Questo sistema d’origine araba come abbiamo visto è stato perfezionato, migliorato applicando le innovazione tecnologiche negli ultimi secoli per consentire una maggiore diffusione degli agrumeti (più limoneti, per la verità).
Il valore della Conca d'Oro
Oscar Wilde, visitando Palermo nel 1900, rimase ammirato e affascinato dai suoi (Conca d’Oro) “boschetti di limoni e giardini di aranci …, di una perfezione cosi totale…”, da definire i limoni “lampade d’oro in una verde notte”. Questi erano gli anni in cui i terreni si riconvertivano in limoneti dato che i limoni erano molto richiesti nei mercati e quindi molto redditizi. La coltivazione degli agrumi , nella varietà limone (limun in arabo ) e arancio amaro (nareng), come abbiamo visto si deve agli arabi, mentre l’arancio dolce fu diffuso dai portoghesi nel Quattrocento e i mandarini solo all’inizio dell’ Ottocento. Ma, per secoli, i siciliani coltivarono gli agrumi per uso domestico, solo a partire dalla fine del XVIII si avvia una coltivazione estensiva dei frutti degli Esperidi favorita dalla ricomposizione fondiara e dalla cessione in enfiteusi delle proprietà terriera da parte degli aristocratici ed ecclesiastici. Durante il periodo compreso tra il 1775 e il 1840 decuplica la quantità di prodotto (in particolare limoni) venduto all’estero. Un ulteriore richieste di agrumi siciliani di ottima qualità si ebbe dopo che le ricerche mediche avevano messo in evidenza i benefici della vitamina C e il valore nutrizionale dell’acido ascorbico. Così inizia l’ascesa della limonicoltura , il limone protagonista del boom economico della Conca d’Oro è il limone comune o femminello ( limone invernale che si raccoglie da novembre ad aprile), ampia diffusione hanno avuto pure i cosiddetti ricioppi (o sbianchiti). Un caso a parte sono i verdelli varietà di limoni estivi che mediante la tecnica d'irrigazione chiamata "forzatura gli alberi emettono una nuova fioritura producendo per l’appunto i verdelli. Questa tecnica, poi, fu messa in pratica in molti giardini di Bagheria facendo la fortuna degli agricoltori. L’agrumicoltura ha assicurato lavoro, benessere e prosperità a tutta la Conca d’Oro fino agli ‘60, poi è iniziata la parabola discendente. (vedi video "Quando a Bagheria fiorivano i limoni"). http://www.youtube.com/watch?v=S34JCAaimrM Eppure la storia millenaria della Conca d’Oro non può andare perduta. Questo territorio è ricco di monumenti di varie epoche (palazzi, castelli, chiese, torri agricole e di avvistamento, masserie, mulini,ville e così via), ma anche di manufatti e opere idriche di un certo valore ancora efficienti , per non parlare del patrimonio lessicale, storico e culturale e delle conoscenze tecniche dei contadini anziani che non devono andare perdute.
Il percosso inizia con la visita dell'agrumeto e la conoscenza dei suoi alberi, dal fiore di zaghera e dei suoi frutti, raccogliere i limoni direttamente dall'albero e conoscere il mondo agricolo, il suo sistema d'irrigazione e la sua gente.
Ammirare la bellezza del paesaggio della valle dell'Eleuterio, del giardino barocco di Villa San Cataldo.
Visitare le aziende di trasformazione, lavorazione e commercializzazione dei limoni (magazzini).
vedi Itinerario rurale "La Conca d'Oro"
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